SETTE SPOSE PER SETTE FRATELLI
DAL FILM DI HOLLYWOOD AL SUCCESSO IN PALCOSCENICO
“Sette Spose per Sette Fratelli” incontrò molte difficoltà prima di diventare il film che tutti noi conosciamo. Gli Studi della MGM non avevano intenzione di realizzare il film: si trattava di un progetto speciale del produttore Jack Cummings.
Quando il regista Stanley Donen contattò gli Studi della MGM, gli fu subito chiesto quanto tempo avrebbe impiegato per completare il film e quando questi rispose che aveva bisogno di un intero anno per girare il film in esterni così da poter disporre di tutte e quattro le stagioni, gli Studi della MGM immediatamente convinsero Donen a girare in interno, dimezzando così il budget per destinarlo a “Brigadoon”, confidando nel grande successo che quest’ultimo avrebbe avuto. Stanley Donen commentò di essere deluso dall’aspetto fisico del film – a causa della sua stessa qualità, sacrificata dalla mancanza di fondi. Disse che, un fondale dipinto può non notarsi nel piccolo schermo, ma certamente sì nel grande schermo. Raccontò inoltre che durante la canzone di Milly “Wonderful Wonderful Day” alcuni uccelli vennero liberati per rendere la scena più naturale – ma constatò anche che, mentre lui era consapevole che il fondale era finto, gli uccelli purtroppo non lo erano e così si trovarono a svolazzare contro il fondale anziché a destra e a sinistra come dovrebbe essere.
“Sette Spose per Sette Fratelli” fu subito un grande successo (e uno shock per la MGM), tanto che, al tempo della sua distribuzione, fu il musical della MGM che incassò di più. “Sette Spose per Sette Fratelli” debuttò a Loew (USA), prima di arrivare il 22 luglio del 1954 al Radio City Music Hall di New York, dove battè tutti i record di tenitura tanto che, persino il Presidente Eisenhower invitò i suoi “compatrioti americani” ad andare a vedere “Sette Spose per Sette Fratelli”.
Ogni scena fu girata due volte, cosicchè i cinema che non disponevano del Cinemascope, sarebbero stati ugualmente in grado di proiettare il film.
Il titolo originale doveva essere “Le donne singhiozzanti”, ma la MGM giunse alla conclusione che nessuno sarebbe andato a vedere un film con un titolo simile; venne allora proposto “Una sposa per sette fratelli”, anche questo scartato perché troppo ambiguo. Alla fine decisero per “Sette Spose per Sette Fratelli” e il film andò in produzione.
Quando il coreografo Michael Kidd lesse per la prima volta la trama, non riuscì a trovare nessuna possibilità di danza all’interno del film. Solo in seguito accettò di coreografare le canzoni (che riteneva bellissime), pur rimanendo fermo sulla sua posizione. Il regista Stanley Donen fu così bravo a lusingarlo e a supplicarlo che alla fine Kidd decise di introdurre pezzi ballati nel film come “parti della trama”, con il risultato che essi divennero una componente naturale della storia.
La scena del ballo alla festa campestre e della costruzione del fienile richiese tre settimane di prove – vale a dire tre quarti dell’intero periodo di prove di tutto il film!
Il ballo alla festa campestre venne girato fuori sequenza per poterlo avere il più velocemente possibile; l’intera sequenza venne girata in meno di tre giorni. Nessun stuntman venne impiegato, con il risultato che tutte le pericolose acrobazie vennero eseguite dagli attori stessi. Dal momento che non c’era modo di distinguere i fratelli Pontipee dai corteggiatori cittadini, la MGM decise che i primi dovevano avere i capelli rossi.
Il film fu un adattamento della storia di Stephen Vincent Benet “The sobbin’ women”, che a sua volta era stata ispirata dal racconto di Plutarco sul rapimento delle Sabine da parte dei guerrieri romani. Benet trapiantò questa favola dell’antica Roma nelle montagne e nelle valli del Tennessee e trasformò i soldati romani in robusti ed ingenui boscaioli.
Negli anni ’40, Joshua Logan, il regista di “Annie prendi la pistola” e “South Pacific”, ritenne che la trama di Benet poteva essere materiale perfetto per un musical a Broadway e subito si accaparrò i diritti per farne un adattamento teatrale.
Per anni Logan tentò, senza successo, di interessare al suo progetto vari compositori, parolieri e produttori. Quando la sua opzione sui diritti scadde, la MGM, a quel tempo all’apice della sua fama come la migliore casa produttrice di film musicali, acquistò i diritti per l’impressionante somma di 40.000 dollari.
Sotto la guida del produttore Jack Cummings, i drammaturghi Albert Hackett, Frances Goodrich e Dorothy Kingsley scrissero la sceneggiatura, trasferendo l’azione dal Tennessee all’Oregon nel 1850. Per le musiche, Cummings scelse il compositore Harold Arlen e il paroliere Johnny Mercer. Ma quando Arlen non diede più la sua disponibilità, Mercer accettò di collaborare con Gene de Paul. Mercer continuò a scrivere canzoni per gran parte della sua vita e vinse vari Academy Awards per le sue composizioni, tra cui la famosissima “Moon River” per il film “Colazione da Tiffany”.
Il film vinse un Academy Award per le migliori musiche.
Il musical teatrale è un adattamento dell’omonimo film della MGM interpretato da Jane Powell e Howard Keel. Una produzione così piena di energia che subito catturò i cuori di molti amanti del teatro.
Nel 1978, quattro anni prima che “Sette Spose” divenisse un successo a Broadway e 24 anni dopo la distribuzione del film, Jane Powell e Howard Keel, interpretarono la nuova versione teatrale del musical, adattata dal regista Larry Kasha e dallo scrittore David Landay. Il fratello di Kasha, Al, paroliere già affermato, fu scritturato, insieme al suo collaboratore Joel Hirschhorn, per incrementare le musiche originali create da Johnny Mercer e Gene de Paul. Ne scaturì l’aggiunta di nuove canzoni nel musical rispetto al film. Larry Kasha affermò: “La nostra idea non fu quella di riprodurre il film, bensì di catturare l’essenza, l’energia e l’eccitazione del film per rendere il tutto più gradevole al gusto degli amanti del teatro … Oggi, soprattutto oggi, il pubblico si interroga sui rapporti umani. Non è sufficiente dire “Ti amo”. Due persone devono imparare ad apprezzarsi, rispettarsi e capirsi a vicenda prima che quelle due parole abbiamo un senso. Siamo dovuti veramente stare attenti affinchè ogni personaggio manifestasse un comportamento coerente per tutta la durata della commedia; solo allora lo spettatore puo’ dire: “Hei, sono interessanti perché ciascuno di loro ha un entusiasmo tutto suo”.
Compagnia della Rancia, dopo lo strepitoso successo della precedente edizione, riporta il musical su palcoscenici delle principali città italiane; ad affiancare Raffaele Paganini in questa nuova avventura è Chiara Noschese.