A CHORUS LINE
Una linea bianca, una linea che segna il palcoscenico, che nella consuetudine degli spettacoli di Broadway, divide la zona del “coro” dal proscenio, riservato alle star.
Una linea che divide anche le azioni: Tutto ciò che accade dietro di essa rappresenta i sogni e i ricordi di ciascun ballerino, mentre tutto ciò che accade davanti è la realtà.
Questo è A chorus line.
Dopo la leggendaria prima del 25 luglio 1975 al Public Theatre di New York, alla presenza di 300 spettatori, cominciò un passaparola che portò a una svolta nella storia di Broadway; era nato il re dei musical. In scena il “teatro nel teatro”, la storia non solo di un regista che sceglie, tra i numerosi candidati ragazzi e ragazze, il balletto per un nuovo spettacolo, ma soprattutto di giovani che mettono a nudo sul palcoscenico la loro vita con le speranze, i sogni, le debolezze e i fallimenti della realtà quotidiana.
Per tutti è una sfida con la vita. È questa la storia del ballerino, nuda e cruda, come nuda è scarna è la scena che esalta ancora di più la storia del lavoro che manca, delle sconfitte che si susseguono, della passione che costringe questi giovani ad arrancare e pregare di farcela a ogni nuova audizione, a ogni nuovo esame.
La musica, le coreografie, la recitazione è tutta un’univoca esaltazione del musical, che mai come qui rappresenta la vita stessa degli attori.
A chorus line, concepito e originariamente diretto da Michael Bennet, scritto da Kirkwood e Dante, con le bellissime musiche di Marvin Hamlish, nasce dalle esperienze reali di alcuni ballerini, dalle loro confessioni vere, raccolte in alcune interviste.
La storia racconta di un’audizione a Broadway: il regista Zach vuole conoscere i ballerini che si sono presentati, in modo molto approfondito, vuole sapere cosa hanno dentro e chiede loro di parlare di se stessi. Ne nascono confessioni emozionanti, divertenti o commoventi, raccontate con balletti e canzoni dalla forza travolgente.
Alla fine solo otto di loro saranno scelti ma, come nel sogno di ciascuno, tutti appariranno nel grande numero finale a cantare “ONE”, in strass e lustrini, a dirci che comunque, essere lì, sul palcoscenico, rappresenta sempre “una rara sensazione”.
Lo spettacolo ha vinto il Biglietto d’oro – Agis 1991 ed è stato in tour anche nella stagione 1991/1992